La stima completa dei conti economici trimestrali – II trimestre 2024 – fornita dall’ISTAT, evidenzia una sostanziale conferma delle stime preliminari, con una crescita congiunturale dello 0,2% e una crescita tendenziale dello 0,9%. La crescita acquisita per il 2024 risulta dello 0,6% a fronte della stima dello 0,7% fornita a fine luglio. La crescita è dovuta in lieve parte alle componenti della domanda nazionale, grazie al contributo positivo per 0,1 punti percentuali sia dei consumi delle famiglie, sia degli investimenti e di quello negativo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche per 0,1 punti. Invece, più consistente il contributo positivo fornito della variazione delle scorte, pari a 0,4 punti percentuali, che contrasta quello negativo della domanda estera netta, che sottrae 0,3 punti alla crescita del Pil. In tale quadro macroeconomico, se è ancora presto per parlare di contenuti della manovra – che pure secondo le intenzioni dell’Esecutivo dovrebbe cubare intorno ai 25 mld€, come la precedente – sul fronte dei conti pubblici il Governo ha già fissato importanti step a partire da questo mese. La vera novità è rappresentata dal Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psbmt), il primo atto formale conseguente alla riattivazione dei vincoli e delle procedure del Patto di stabilità e crescita, sospesi per fronteggiare gli effetti economici della pandemia Covid e modificati dalla riforma entrata in vigore alla fine dello scorso aprile. L’obiettivo principale del documento è la definizione di una traiettoria per il nuovo aggregato di riferimento, la spesa netta, per il rientro dai deficit eccessivi, da realizzare attraverso un piano di durata di 4 anni, estendibile fino a 7 nel rispetto di particolari criteri. Il Piano – che sostituirà la Nota di aggiornamento al Def (Nadef) – sarà presentato al Parlamento a settembre, con la ripresa dei lavori, mentre la discussione parlamentare dovrebbe avvenire secondo le procedure esistenti, con l’approvazione di una risoluzione ad hoc. La scadenza per la presentazione del Piano alla Commissione europea – il 20 settembre – potrà essere estesa di qualche settimana su richiesta (ma fino al 15 ottobre, al massimo). Di Manovra vera e propria si comincerà a parlare dal mese di ottobre: entro il 15 del mese è infatti previsto l’invio alla Commissione Ue, all’Eurogruppo e al Parlamento del Documento programmatico di bilancio (Dpb) che, tra le altre cose, illustra i provvedimenti della manovra di finanza pubblica proposta dal Governo per il conseguimento degli obiettivi programmatici e l’impatto sui conti pubblici e sulla crescita economica. Entro il 20 ottobre, invece, il Governo dovrebbe presentare il ddl Bilancio in Parlamento. Una deadline, quest’ultima, modificata nella prassi: sempre più di frequente, entro il 20 ottobre si ha il via libera del ddl in Cdm, per procedere alla successiva presentazione in Parlamento – con l’avvio della sessione di bilancio – tra fine ottobre e inizio novembre. Bisognerà attendere fino al 30 novembre, invece, per un primo parere sulla legge di Bilancio italiana da parte della Commissione Ue. Il limite invalicabile per l’esame della manovra resta il 31 dicembre, data entro la quale questa andrà approvata da entrambi i rami del Parlamento, pena l’avvio dell’esercizio provvisorio.