Il falegname 4.0? Cresce tra libri e laboratori, sulla spinta di passione e manualità. "Fare il falegname oggi significa anche...
l falegname 4.0? Cresce tra libri e laboratori, sulla spinta di passione e manualità. "Fare il falegname oggi significa anche sapere la matematica e utilizzare le nuove tecnologie. Dobbiamo rendere il settore attrattivo per i giovani, non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale. Bisogna far capire anche ai genitori che la manualità e la passione sono valori importanti". Mauro Sangalli, presidente Casartigiani Lombardia – protagonista oggi nell’ambito dell’evento di QN Distretti –, spiega che tra le sfide del settore del legno arredo, quello della formazione è una delle più stringenti: "I dati di Unioncamere indicano che tra il 2024 e il 2028 serviranno almeno 22 mila nuovi addetti, tra falegnami, attrezzisti e operatori di macchinari. Per questo la sfida principale è attrarre i giovani".
Per farlo occorre "investire nell’orientamento, non solo nei licei, ma soprattutto negli istituti tecnici e professionali, che non devono più essere considerati di serie B". Ma se la scuola fornisce una base, aggiunge il presidente di Casartigiani, sono le aziende che devono completare la formazione, soprattutto in ambito digitale, perché "servono competenze tecniche, ma anche abilità trasversali". Un ritorno alla manualità, perché è il cuore del saper fare italiano: "La creatività e il bello vengono dall’essere umano. L’aspetto digitale è un supporto, un mezzo, non un fine". Non c’è quindi il rischio che l’automazione e l’intelligenza artificiale sostituiscano il lavoro degli artigiani?
"No – riprende Sangalli –, se usiamo la tecnologia con equilibrio e buonsenso. Come è successo con le precedenti rivoluzioni industriali, l’innovazione può portare valore aggiunto. L’artigiano avrà più tempo per dedicarsi alla creatività", continua Sangalli. Un settore fatto anche di trasmissione, dove le generazioni devono tornare a incontrarsi: "Il passaggio generazionale è un tema delicato, sia per le piccole che per le grandi aziende. Oggi, non è scontato che i figli continuino l’attività di famiglia". Ma lo scambio tra nuove e vecchie generazioni resta uno dei valori più preziosi: "I giovani portano competenze digitali e innovazione, mentre gli anziani portano esperienza e tradizione. L’ideale è un equilibrio tra questi due aspetti", conclude Sangalli. (fonte QN Nazionale)